Storia

Gli Istituti Autonomi per le case popolari hanno avuto avvio con la prima legge promulgata in Italia per facilitare la costruzione di case popolari (la legge n 251 del 31.05.1903 per iniziativa dell’On. Luigi Luzzatti). Il provvedimento si inseriva nel quadro di una politica sociale che, al principio del secolo, diffuse in Italia forme nuove di enti economici e l’intervento dello Stato a beneficio dei ceti popolari, senza trascurare l’effetto indotto sia su scala più propriamente sociale, sia come fattore di sviluppo economico. Si voleva, con tale dispositivo, trasformare e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, in specie dei ceti meno abbienti, applicando nel rapporto sociale il principio della solidarietà, informato a precise esigenze di giustizia distributiva.

Questo principio della solidarietà e della giustizia sociale emergeva chiaramente dalla lettura dell’art. 22 della legge n. 251 dei 31/05/1903, che improntava l’iniziativa degli Istituti Autonomi: non un interesse prettamente economico o esigenze di profitto, ma una precisa volontà di intervenire nel sistema sociale, avendo di mira solo esclusivamente il “bene Casa“.

Storia Ater Viterbo

Era il 5 gennaio del 1938, quando la Gazzetta ufficiale numero 3 pubblica il Regio decreto del 15 novembre 1937 n. 2171, l’oggetto è importante per la popolazione di Viterbo “Riconoscimento giuridico dell’Istituto fascista autonomo per le case popolari della provincia di Viterbo”.

Viene approvato uno statuto in data 2 agosto 1937 e fu stilato con la partecipazione dei rappresentanti dei comuni della provincia di Viterbo aderenti all’ allora costituendo Istituto fascista autonomo per le case popolari della provincia di Viterbo.

Una nuova trasformazione si verifica con l’approvazione del nuovo Statuto tipo degli istituti autonomi per le case popolari, adottato con DPR 14 febbraio 1975 n.226, in applicazione della legge n.865/71, con il quale l’Istituto assume chiaramente una natura interamente pubblica.

La Legge 865 (22 Ottobre) che di fatto trasformò gli istituti Case Popolari da Enti Pubblici Economici ad Enti Pubblici non Economici con prevalenza pertanto dell’attività pubblico assistenziale.

La legge 865 non operò solo la trasformazione degli istituti da Enti Economici ad enti non economici, ma pose degli obiettivi che hanno spaziato su tutta l’edilizia economica-popolare.A seguito dell’emanazione di nuove leggi e della soppressione di enti quali GESCAL e INCIS, il patrimonio fino ad allora costruito fu in parte ceduto agli assegnatari ed in parte trasferito agli IACP, che divennero gli unici soggetti attuatori dell’edilizia residenziale pubblica. Agli inizi degli anni 80 si ebbe finalmente la tanto sospirata inversione di tendenza con l’emanazione di alcune leggi, quali la 25/80, la 94/82 e soprattutto con la Legge 457 del 5 Agosto 1978 nota come “piano Decennale” per l’Edilizia Residenziale che modificò il sistema dei finanziamenti. Ciò permise un intensificarsi dell’attività costruttiva, alla quale si unì anche quella del recupero, novità assoluta per gli Istituti.

L’ultima trasformazione avviene con la legge regionale n.30/2002 con la quale il legislatore ha provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli enti regionali operanti in materia di edilizia residenziale pubblica. Si tratta della tanto attesa riforma degli IACP che divengono così Enti pubblici economici, strumentali della Regione e dotati di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale, finanziaria e contabile.

Per effetto della legge regionale 30 l’ATER che da Ente pubblico non economico (IACP) diviene Ente pubblico economico, amplia le proprie competenze e le possibilità di rapportarsi con tutti gli operatori presenti nel settore della casa.

La nuova Azienda dovrebbe essere in grado di risolvere con piena soddisfazione dell’utenza, almeno una parte delle problematiche esistenti, coniugando i vecchi ai nuovi compiti, attraverso le attività che di seguito si elencano:

  • Supporto alla Regione, agli enti locali ed ai privati per la progettazione e l’attuazione di interventi di edilizia residenziale inseriti in programmi di recupero o riqualificazione edilizia ed urbanistica previsti dalla normativa vigente, nonché per la realizzazione di interventi di edilizia convenzionata agevolata o auto finanziata;
  • Gestione del patrimonio edilizio eventualmente affidato da soggetti pubblici, ivi compresi quelli previdenziali, non riservato alle finalità dell’edilizia residenziale pubblica nonché quello affidato da soggetti privati destinato all’edilizia agevolata;
  • Ricerca, recupero, sperimentazione e realizzazione di modelli di architettura tradizionale con riferimento a nuovi insediamenti a bassa densità abitativa anche con ipotesi di sostituzione edilizia ai fini della riqualificazione sociale ed ambientale dei quartieri, nel rispetto del principio di sostenibilità e valorizzazione delle tecniche innovative in materia di fonti energetiche rinnovabili, recuperabili o alternative, anche in collaborazione con università, istituti culturali e di ricerca pubblici e privati e con gli ordini professionali;
  • Studio, progettazione e realizzazione urbanistico-edilizia, manutentivo-gestionale e di assetto territoriale su incarico di enti pubblici e di privati.